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Catechesi a disabili

Inserita il: 12/10/2015

3 commentario(i) ...


 
Da quando ho raggiunto l’età della pensione ho iniziato la catechesi per alcuni ragazzi disabili psichici gravi residenti presso l’Istituto San Giovanni di Dio di Genzano, ex Istituto manicomiale, ora convertito in Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) e Istituto di Riabilitazione (IDR). Nel lavoro quotidiano come assistente sociale ho partecipato con vivo interesse al Consiglio Pastorale Ospedaliero, alla preparazione per le Liturgie solenni proprie dell’Ordine Fatebenefratelli, alle rappresentazioni scenografiche quaresimali e natalizie con i degenti, ad annuali Convegni di Pastorale sanitaria: tutte occasioni che mi hanno aiutato nella crescita spirituale e culturale. Nel corso dei colloqui di servizio sociale ho potuto constatare che alcuni degenti non avevano ricevuto il Sacramento della Prima Comunione e della Confermazione. Felice dell’accordo concessomi dai superiori, ho potuto realizzare ora quanto sognavo da tempo: quello di iniziare con i malati psichiatrici un percorso di catechesi a tale scopo. Mi sono interrogata a lungo prima di iniziare l’esperienza e ho fatto delle ricerche presso alcuni Centri Catechistici Diocesani per trovare dei suggerimenti che mi aiutassero in un buon inizio. Molte le iniziative per persone disabili fisici, ma poco per disabili psichici. Ciò che mi importava maggiormente era che i ragazzi potessero innamorarsi di Gesù; ma in quale modo? Una cosa avevo scoperto da tempo, che il tipo di patologie da loro vissute, li porta ad affezionarsi e spesso a difendere molto chi fa loro del bene, ma nello stesso tempo anche il contrario, ossia non dimenticare facilmente chi fa loro un qualsiasi torto. Forte di questa consapevolezza ho pensato a un possibile percorso catechistico, a tappe, di stile concentrico e che prediliga possibilmente una lettura positiva della vita: 
 
1ª tappa: quali sono, tra le persone che mi circondano, quelle che maggiormente mi vogliono bene?
2ª tappa: quali sono, tra i miei amici, quelli che maggiormente mi vogliono bene?
3ª tappa: tra i miei parenti, ci sono quelli che maggiormente mi vogliono bene?
4ª tappa: nella mia famiglia, chi mi vuole maggiormente bene?
 
Ogni tappa è stata arricchita con dei disegni, con piccoli ritornelli cantati, con racconti di esperienze personali che facevano riaffiorare spesso dei vissuti relazionali familiari talvolta piacevoli ma altri anche molto sofferti. Dopo queste prime quattro tappe che sono durate alcuni mesi, mi sembrava giunto il tempo di parlare di Gesù come vero amico, persona che non tradisce mai, che ci vuole veramente bene e che ha dato la vita per noi tutti. Ho cominciato allora a capire quali siano le preghiere da loro conosciute: sono alcune parole dell’Ave Maria e del Padre nostro, mentre vengono recitate per intero l’Angelo di Dio e L’eterno riposo. Molto apprezzate sono le Giaculatorie che hanno imparato velocemente con me. Ho seguito quindi un’ispirazione che ha aiutato i partecipanti a volgere costantemente lo sguardo a Gesù: l’ascolto della Parola di Dio della domenica immediatamente dopo la catechesi. Essa è stata vissuta con una forma molto semplice di Lectio divina: lettura, ricerca della parola che più ha colpito la memoria, eventuale breve drammatizzazione, impegno per la settimana, posto di Gesù nella vita personale.
 
Da parte mia posso dire di essermi impegnata molto a stabilire una relazione di simpatia e fiducia con ciascuno dei partecipanti e di porre attenzione al linguaggio semplice e solare. La loro patologia va dalla oligofrenia grave, alla schizofrenia e all’autismo. C’è tra loro chi è esuberante ma anche chi è timido e riservato e chi mostra di partecipare solo attraverso lo sguardo. È proprio il caso di quest’ultimo che, nella sua gravità autistica è riuscito ad imparare il segno di croce e riconoscere che l’uomo sulla croce è Gesù. Al termine del secondo anno di catechesi, i partecipanti chiedono di essere ammessi al Sacramento della Riconciliazione e desiderano affrettare il momento dell’amministrazione del Sacramento della Confermazione. In questo periodo abbiamo posto l’attenzione alla preghiera dell’Atto di dolore con particolare riferimento all’offesa a "Gesù che è infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa". Molte sono le domande che i partecipanti pongono: 
 
- l’esistenza del Paradiso
- la vita eterna; che cosa ci può essere dopo la nostra morte
- che cosa è la fede
- esistenza dell’anima; che cosa è il mistero.
 
Sono domande che mettono in gioco anche la mia fede e mi invitano ad accogliere con maggiore entusiasmo ogni provocazione che il gruppo mi offre, per essere con loro una buona Pastorella. Accolgo volentieri ogni suggerimento che mi verrà fornito da voi mie sorelle per migliorare il percorso catechistico intrapreso. Grazie e buon apostolato a tutte! 
 

Suor Rita Nardon





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Maria

19/10/2015 | 10:18

Ottimo lavoro Rita. Si conferma la tua passione per i più deboli. Il Signore Dio della vita ti doni pazienza e creatività per continuare l'annuncio della "Bella Notizia" a tutti.

Sr Mary

17/10/2015 | 13:42

Brava Sr Rita. Il tuo e' un magnifico lavoro. La tua presenza nella vita di questi fratelli e sorelle e' certamente un segno dell'amore di Dio per loro.

aurora mondini

12/10/2015 | 22:31

Congratulazioni Suor Rita! Gesu Buon Pastore ha preso il tuo cuore! Egli ti illuminera e guidera per trovare cio di cui hay bisoño in questo cammino d'amore. Auguri! Felicidades buena pastorcita!

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