Seminario Internazionale
sulla "Cura Pastorale"

 

Roma, 10-20 giugno 2010

     

 

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insieme nella preghiera

 

     

 

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Insieme nella preghiera

 

 

Invocazione allo Spirito

 

O Spirito Santo

per intercessione della Regina della Pentecoste:

Sana la mia mente dalla irriflessione,

ignoranza, dimenticanza, durezza,

pregiudizio, errore, perversione,

e concepisci la Sapienza, Gesù Cristo-Verità in tutto.

 

Sana la mia sentimentalità dalla indifferenza,

diffidenza, male inclinazioni,

passioni, sentimenti, affezioni,

e concepisci i gusti, sentimenti, inclinazioni,

Gesù Cristo-Vita, in tutto.

 

Sana la mia volontà dall’abulia, leggerezza,

incostanza, accidia, ostinazione, cattive abitudini,

e concepisci Gesù Cristo-Via in me,

l’amore nuovo a ciò che ama Gesù Cristo

e Gesù Cristo stesso.

 

Eleva divinamente:

l’intelligenza col dono dell’Intelletto,

la sapienza col dono della Sapienza,

la scienza con la Scienza,

la prudenza col Consiglio,

la giustizia con la Pietà,

la fortezza col dono della Forza spirituale,

la temperanza col Timor di Dio.

Amen

 

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Domenica 20 giugno

La cura delle anime è l’arte delle arti
 

Invocazione allo Spirito Santo

 

In ascolto

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».

(21, 15-19)

 

Dalla predicazione del beato Giacomo Alberione

Gesù ha voluto molte volte mettersi sotto la figura di un pastore, sì e, quando poi ha designato Pietro a capo della chiesa, gli ha detto: «Pasci le mie pecorelle» [Gv 21,17b], «Pasci i miei agnelli» [Gv 21,15b]. Ecco, «pascere» cioè, che significa: fa il buon pastore delle pecorelle che rappresentano i vescovi nella chiesa, e degli agnelli che son quelli che rappresentano i fedeli nella chiesa di Gesù. Questo titolo piace tanto a Gesù. Il pastore nutre le pecorelle e Gesù dà il Pane eucaristico, dà se stesso in nutrimento. Dà se stesso in nutrimento! Quale cibo più prezioso? Il Figlio di Dio incarnato! [...]

Gesù ha dato la sua vita. Egli Pastore nostro, Pastore eterno: la vita per noi! Ecco come ci ama! Dilexit me et tradidit semetipsum pro me [Gal 2.20], ci ha amati e si è offerto, si è immolato, per noi. Sì. Allora questa divozione sentirla in questa novena particolarmente e chiedere a Maria la grazia di intendere il cuore del buon Pastore, di intendere i suoi desideri. I suoi desideri: «Venite tutti a me» [Mt 11,28], che tutti gli uomini vengano a lui, [chiedere] di conoscerlo sempre meglio questo divin Pastore; conoscerlo sempre meglio in quello che Gesù vuole, che Gesù fa per noi, e seguirlo, imitarlo. Imitarlo.

(AAP 1959, 25.27)

 

Dalla parola dei Padri della Chiesa

Se ti capiterà di sedere alla mensa di un potente, bada bene a ciò che ti viene messo davanti; metti un freno alla tua voracità, sapendo che dovrai ricambiare (Pr 23,1-2, LXX). Voi sapete qual è la mensa del Potente; su quella mensa c’è il corpo e il sangue di Cristo; chi si accosta a tale mensa, si appresti a ricambiare il dono che riceve; e cioè, come Cristo ha offerto la sua vita per noi, noi dobbiamo fare altrettanto: per edificare il popolo e confermare la fede dobbiamo offrire le nostre vite per i fratelli. Così a Pietro, di cui voleva fare un buon pastore, non a vantaggio di lui ma del suo corpo, il Signore disse: Pietro, mi ami? Pasci le mie pecore. E questa domanda gliela fa una, due, tre volte, fino a contristarlo. E dopo averlo interrogato quante volte ritenne opportuno, affinchè la sua triplice confessione riscattasse la sua triplice negazione, e dopo avergli per tre volte affidate le sue pecore da pascere, il Signore gli disse: Quando eri giovane ti cingevi e andavi dove volevi, ma quando sarai vecchio stenderai le braccia e un altro ti cingerò e ti condurrà dove tu non vorrai. E l’evangelista spiega ciò che il Signore aveva inteso dire: Disse questo per indicare con qual genere di morte avrebbe glorificato Dio. La consegna pasci le mie pecore, non significa dunque altro che questo: Offri la tu a vita per le mie pecore.

(Agostino, Trattato su Giovanni 46,8)

 

 

Preghiamo insieme: Preghiera alla Santa Trinità

O Trinità divina, Padre, Figlio e Spirito Santo,

presente e operante nella Chiesa e nella profondità della mia anima,

io ti adoro, ti ringrazio, ti amo!

E, per le mani di Maria santissima, madre mia,

offro, dono e consacro a te tutto me stesso, per la vita e per l’eternità.

A te, Padre celeste, mi offro, dono e consacro come figlio.

A te, Gesù Maestro, mi offro, dono e consacro come fratello e discepolo.

A te, Spirito Santo, mi offro, dono e consacro come ‘tempio vivo”,

per essere consacrato e santificato.

O Maria, madre della Chiesa e madre mia, che vivi alla presenza della divina Trinità, insegnami a vivere, per mezzo della liturgia e dei sacramenti, in intima comunione con le tre divine Persone, affinché tutta la mia vita sia un “gloria al Padre, al Figlio, e allo Spirito Santo”.

Amen.

 
 

Sabato 19 giugno

“Sempre avanti e sempre meglio”
 

Invocazione allo Spirito Santo

 

In ascolto

 

Dalla lettera di San Paolo ai Filippesi

Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù. Quanti dunque siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo. Intanto, dal punto a cui siamo arrivati continuiamo ad avanzare sulla stessa linea.

(3, 13-16)

 

Dagli scritti del beato Giacomo Alberione

Le pastorine sono:

1. anime che hanno penetrato la dottrina di Gesù, che hanno acquistato la carità di Gesù, che vivono strette a Gesù e tutte e solo di Gesù;

2. Che poi si dividono in piccoli gruppi, che si stabiliscono in una parrocchia, ove considerano le anime come proprie per adozione; a loro si sentono legate per la vita, per la morte, l’eternità, in un’unica aspirazione di tutte salvarle; e collaborano quanto all’apostolato col parroco nell’istruire e custodire; nel distruggere il male e mettere il bene; nel convertire e santificare; portare alla vita cristiana ed alla buona morte; cominciando dai bambini, giovanetti, donne… col programma del Parroco e dell’amore; morire ogni giorno per salvare ogni giorno; senza contentarsi della buona morte, ma suffragando ancora i Trapassati. Esse saranno le sorelle, le madri, le maestre, le catechiste, le consolatrici di ogni dolore, un raggio di luce e di sole benefico e continuo nella parrocchia.

(Alberione, Doc. 271, in Archivio Storico delle SJBP).

 

Dalla parola dei Padri della Chiesa

Tutti siamo certamente deboli, lo ammetto, ma il Signore Dio mette a nostra disposizione mezzi tali che, se vogliamo, possiamo far molto. Senza di essi però non sarà possibile tenere fede all’impegno della propria vocazione. […]

Hai il mandato di predicare e di insegnare? Studia e applicati a quelle che sono necessarie per compiere bene questo incarico. Dà sempre buon esempio e cerca di essere il primo in ogni cosa. Prima di tutto con la vita e la santità, perché non succeda che essendo la tua condotta in contraddizione con la tua predica tu perda ogni credibilità. Eserciti la cura d’anime? Non trascurare  per questo la cura di te stesso e non darti agli altri fino al punto che non rimanga nulla di te a te stesso. Devi avere certo presente il ricordo delle anime di cui sei pastore, ma non dimenticarti di te stesso, ma non dimenticarti di te stesso.

Comprendete, fratelli, che niente è così necessario a tutte le persone ecclesiastiche quanto la meditazione che precede, accompagna e segue tutte le nostre azioni: Canterò, dice il profeta, e mediterò. Se amministri i sacramenti, o fratello, medita ciò che fai. Se celebri la messa medita ciò che offri. Se reciti i salmi in coro medita a chi  e di che cosa parli. Se guidi le anime medita da quale sangue siano state lavate; e ‹‹tutto si faccia tra voi nella carità››. Così potremo facilmente superare le difficoltà che incontriamo, e sono innumerevoli, ogni giorno. Del resto ciò è richiesto dal compito affidatoci. Se così faremo avremo la forza avremo la forza per generare Cristo in noi e negli altri.

(Carlo Borromeo, Discorso nell’ultimo Sinodo 1177)

 

 

Preghiamo insieme: Coroncina a Maria, Madre del Buon Pastore

 

1. O Maria, madre di Dio, tutte le generazioni cantino le grandi cose che ha fatto per te il Signore. Tu sei la vergine, la piena di grazia, la Madre del buon Pastore. Tu lo hai cresciuto, amato, ascoltato, seguito, contemplato morente per noi sulla croce. Da lui e da te tutto ci venne: la chiesa, il vangelo, i sacramenti, la vita religio­sa, la vita eterna. Tu sei la gioia della Chiesa celeste; la speranza e il rifugio della Chiesa pellegrinante. Anch’io voglio essere tua come Gesù. Ti offro me stessa e quanto ho: illuminami, rendimi docile e fedele.

O Maria, madre del buon Pastore: prega per noi.

 

2. O Maria, madre del buon Pastore e madre mia, ti contemplo addolorata sul Calvario. Là il tuo Figlio diede la vita per le pecorelle, là pose nelle tue mani il suo gregge e ti raccomandò i pastori della Chiesa. Il tuo cuore si aprì ad accogliere tutti i fedeli e sacerdoti. Hai sostenuto la Chiesa nascente, l’hai cresciuta con la preghiera e la parola, l’hai fortificata con i tuoi esempi. Dal cielo hai sempre assistito il popolo di Dio: per te la fede si conservò pura, fiorirono molti santi, furono vinte le forze del male. O Madre della Chiesa, rendici figli più docili, devoti e forti. Sollecita con la tua potente intercessione l’unico ovile sotto un solo pastore. Conforta il sommo pontefice, ispira i maestri della fede, guida tutti i pastori di anime.

O Maria, madre del buon Pastore: prega per noi.

 

3. O Maria, madre del buon Pastore, ecco avanti a te una pecorella del gregge tuo e di  Gesù.  Sono una pecorella smarrita: salvami o rifugio dei peccatori. Sono in cerca della via del cielo: illuminami o Madre del buon consiglio. Sono debole e timida: portami sulle tue braccia  o Vergine potente. Sono una pecorella insidiata dai lupi: difendimi o Madre del Salvatore. Sana le mie ferite. Nutrimi del frutto del tuo seno, Gesù-Eucaristia. Sono una pecorella che ama Gesù Pastore e te, o buona Pastora: fa’ che vi ami sempre più. Non permettere che mi separi da voi. Accoglimi nell’ora della morte e uniscimi alle pecorelle che furono docili e fedeli.

O Maria, madre del buon Pastore: prega per noi.

 

4. O Madre del buon Pastore, moltiplica i religiosi e fa che siano luce per il mondo, maestri di vera pietà e intercessori presso Dio. Nella penitenza, nella  preghiera, nelle attività apostoliche  e caritative, siano sale della terra,  sostegno dei poveri, guide dei fratelli. Ottieni loro la pratica costante dei voti e il quotidiano progresso. O Madre dei santi e Regina dei religiosi, prega per la  nostra santificazione, concedi di essere un giorno tua gioia in cielo.

O Maria, madre del buon Pastore: prega per noi.

 

5. O Madre del buon Pastore e tu stessa no­stra  Pastora, abbi pietà dei tuoi figli dispersi, di quanti ancora errano come gregge senza pastore. Salva gli innocenti, converti i peccatori, fortifica i deboli, sostieni i vacillanti, conforta i tri­bolati, assisti gli agonizzanti, forma molti santi, donaci apostoli e pastori buoni. Tu conosci, o Madre, in qual valle di lacrime viviamo, in mezzo a quanti nemici camminiamo, di quale fragi­le argilla siamo fatti. Rivolgi a noi i tuoi sguardi pietosi. L’umanità non ha altra speranza che te! Che tu la conduca a Gesù Via, Verità e Vita, al Pastore eterno di tutti gli uomini, alla gioia del cielo.

O Maria, madre del buon Pastore: prega per noi.

 
 

Venerdì 18 giugno

In ascolto dei desideri di Dio per la cura dell’umanità d’oggi
 

Invocazione allo Spirito Santo

 

In ascolto

 

Dal Vangelo secondo Matteo

Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.

Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.

(5, 13-16)

 

Dalla predicazione del beato Giacomo Alberione

Oh, le pastorelle, se hanno buon spirito, formano il sale della terra e la luce del mondo in quelle parrocchie, e possono spargere il profumo di Gesù Cristo [con] il loro esempio, la loro preghiera, la loro attività, le loro iniziative. Prepararsi bene alla bellissima vocazione, [prepararsi] a compierla bene. Però, vedete, occorre che questa preparazione sia profonda: una profonda fede, un profondo amor di Dio, amor delle anime. […]

Considerare poi il nostro apostolato un servizio alle anime. Un servizio alle anime, perché Gesù lo ha benedetto: «Non son venuto per essere servito, ma per servire». Non entriamo in mezzo alle popolazioni, nelle parrocchie per essere serviti, ma per servire, per servire le anime nei loro bisogni spirituali e qualche volta anche nei loro bisogni materiali.

(AAP 1958, 36-37.42)

 

Dalla parola dei Padri della Chiesa

Voi siete il sale della terra, fa capire che la sostanza degli uomini è stata resa insipida e corrotta dai peccati. Per questo egli esige soprattutto dai suoi apostoli quelle virtù che sono necessarie e utili per convertire molti. Quando un uomo è mansueto, umile, misericordioso e giusto, non tiene chiuse in sé simili virtù, ma fa sì che queste eccellenti sorgenti, scaturite dalla sua anima si diffondano a vantaggio degli altri uomini. Inoltre chi ha il cuore puro, chi è pacifico, chi subisce persecuzioni a causa della verità, pone la sua vita per il bene di tutti.

(Giovanni Crisostomo, Commento al vangelo di Matteo 15,7)

 

 

Preghiamo insieme: Coroncina a Gesù Buon Pastore, 3ª parte

Sii benedetto o Gesù,  morto per noi sulla croce!

E’ morto l’innocente per ridare la vita alle pecorelle colpevoli:

Sono venuto perché abbiano la vita e vita più abbondante.

Ci dai la tua vita nel battesimo,

nella cresima, nella penitenza e nell’eucaristia.

Vivi in tutti gli uomini con il tuo Spirito!

Richiama nel tuo ovile quanti sono separati da te

come tralcio staccato dalla vite.

Ti preghiamo per la Chiesa  acquistata con il tuo sangue:

si dilati in tutto il mondo  e sia per tutti segno di unità e di salvezza.

Vogliamo amarti con tutta la mente, tutte le forze, tutto il cuore,

e per amor tuo io voglio spendermi totalmente per il tuo popolo.

 

O Gesù buon Pastore Via Verità e Vita abbi pietà di noi.

 
 

Giovedì 17 giugno

La bellezza e la ricchezza espressiva del nostro apostolato
 

Invocazione allo Spirito Santo

 

In ascolto

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio.

(10, 11-18)

 

Dalla predicazione del beato Giacomo Alberione

La vocazione è bella, per quanti motivi? Prima di tutto perché è la stessa vocazione, la stessa missione di Gesù. […] Il figlio di Dio ha preso le forme di buon Pastore per gli uomini e per la salute e salvezza loro! Ecco a che cosa vi ha mandato il Signore, ecco la bella chiamata! […]

Secondo: la vostra vocazione è bella, bellissima, perché appunto è una chiamata a lavorare nelle anime, sulle anime, con le anime, per le anime, e spender la vita come l'ha spesa Gesù: per le anime! Vi sono suore che fanno scuola, buono; vi sono suore che lavorano nelle cliniche, negli ospedali, è buono; vi sono suore che si danno alle opere sociali, è buono questo. E adesso vi sono parecchie suore che studiano anche medicina per lavorare sopra i corpi.  Ma il vostro lavoro - diciamo così - la vostra materia di lavoro non è una cosa umana, non è una cosa di terra, non è una cosa corporale. Non è che comunichiate soltanto una scienza come l'aritmetica o la geografia. La vostra materia di lavoro, -prendiamo «materia» in un senso diverso da quel comune- sono le anime. Le anime! Che differenza dal lavorare sopra un'altra materia che sono i corpi! E il cibo che voi date è in primo luogo un cibo spirituale, e cioè quello che nutre la mente, e la verità, la verità. L'istruzione catechistica, la verità che salva avete da dare.

(AAP 1958, 155-156).

 

Dalla parola dei Padri della Chiesa

Nota quali sono le caratteristiche del pastore. Quali sono? Chi entra per la porta è il pastore delle pecore; il guardiano gli apre  e le pecore ascoltano la sua voce; le sue egli le chiama per nome e le conduce fuori e cammina avanti ad esse. (…) Se, dunque, è proprio il pastore che entra per la porta stabilita ed egli è entrato appunto per questa, tutti quelli che si sono messi al suo seguito possono essere sue pecore; ma quelli che si sarebbero tenuti da parte non avrebbero danneggiato così facendo, il pastore, ma si sarebbero esclusi da sé medesimi dalla compagnia delle altre pecore.

Nessuno poi si turbi se più oltre egli dice di se stesso di essere la porta. Egli infatti, di volta in volta, si dà il nome di pastore o di pecora, e annuncia con diversità di forma il suo messaggio di salvezza. Quando ci conduce al Padre chiama se stesso porta; quando si prende cura di noi, ha nome di pastore. Perché tu poi non ritenga che il suo compito sia solo quello di farci da guida, Lui chiama se stesso anche pastore.

(Giovanni Crisostomo, Commento al vangelo di Giovanni. Discorso 59, 2-4)

 

 

Preghiamo insieme: Coroncina a Gesù Buon Pastore, 1ª parte

Ti adoriamo o Gesù,

Pastore eterno del genere umano.

Tu sei presente nell’Eucaristia

per dimorare continuamente in mezzo al tuo gregge.

Tu lo nutri, lo custodisci, lo guidi all’ovile celeste.

Non viviamo di solo pane, ma della tua dottrina di verità e d’amore.

Le tue pecorelle ascoltano la tua voce e la seguono con amore.

Abbi pietà di quanti errano come gregge senza pastore 

nelle tenebre dell’errore e dell’ignoranza.

Attirali alla tua verità.

Moltiplica gli evangelizzatori,

i catechisti e gli apostoli della comunicazione sociale.

Donaci la grazia di ascoltare ed amare la tua Parola 

perché produca frutto nei nostri cuori.

Parla o Signore il tuo servo ti ascolta.

 

O Gesù buon Pastore Via Verità e Vita abbi pietà di noi.

 
 

Mercoledì 16 giugno

“Tutta la Famiglia Paolina è ordinata alla pastorale”
 

Invocazione allo Spirito Santo

 

In ascolto

 

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre; fin da ora lo conoscete e lo avete veduto››.

(14, 6-7)

 

Dalla predicazione del beato Giacomo Alberione

[…] Le suore pastorelle vivano come Gesù buon Pastore non solo nella sua santità, ma anche nel suo spirito pastorale.[…] Ma, oltre questo lavoro che riguarda lo spirito, si aggiunge: anche nel suo spirito pastorale. E cioè imitare Gesù di vivere e sentire lo spirito pastorale di Gesù. Lo spirito pastorale! Oggi molto si parla dello spirito pastorale e tuttavia da un certo tempo si è risvegliato questo spirito pastorale. Dal 1910-11 vedete (è tempo che voi non avete veduto quegli anni), oh, si è incominciato il lavoro pastorale e gli scritti pastorali e i libri pastorali. Questo è stato avviato nella Pia Società San Paolo, avendo questo indirizzo: che tutto quel che riguarda la stampa, quello che riguarda il cinema, quello che riguarda i dischi, tutto dev'essere ispirato all'apostolato pastorale, perché tutta la Famiglia Paolina è ordinata alla pastorale. Ma voi rappresentate in questa parte la parte migliore. Ecco, questa vostra famiglia che si unisce alle altre.

(AAP 1965, 92-94)

 

Dalla parola dei Padri della Chiesa

Noi che siamo ammalati, abbiamo bisogno del salvatore: smarriti abbiamo bisogno della sua guida; ciechi, di lui che ci porti alla luce; assetati, abbiamo bisogno della fonte della vita, della quale chi beve non ha più sete; morti, abbiamo bisogno della vita; pecore del pastore;  bambini, del pedagogo; insomma, tutta la nostra natura umana ha bisogno di Gesù. Se si vuole, si può apprendere la somma sapienza che ci insegna il santissimo Pastore e Maestro, l’Onnipotente, Verbo del Padre, quando servendosi dell’allegoria si proclama pastore delle pecore. E anche pedagogo dei bambini; infatti, rivolgendosi ai pastori d’Israele, descrive la sua giusta e salutare sollecitudine per bocca di Ezechiele: fascerò la pecora ferita, curerò quella malata, ricondurrò all’ovile quella smarrita e le pascerò sul mio monte santo. Ecco le promesse del buon pastore. Pasci dunque noi bambini come pecore. Sì, o Signore nutrici con i pascoli della tua giustizia. O Maestro, pasci le tue pecore sul tuo monte santo.

(Clemente Alessandrino, Trattato il Pedagogo 9,83)

 

 

Preghiamo insieme: Segreto di riuscita

Gesù Signore,

accetta il patto che ti presentiamo

per le mani di Maria e dei santi apostoli Pietro e Paolo.

Noi dobbiamo corrispondere a tutta la tua altissima volontà

arrivare al grado di perfezione e gloria celeste cui ci hai destinate,

e santamente esercitare l’apostolato pastorale.

Ma ci vediamo debolissime ignoranti, incapaci, insufficienti in tutto:

nello spirito, nella scienza nell’apostolato, nella povertà.

Tu invece sei la Via e la Verità e la Vita, la Risurrezione,

il nostro unico e sommo Bene.

Confidiamo solo in te che hai detto:

«Qualunque cosa chiederete al Padre in nome mio voi l’avrete».

Per parte nostra, promettiamo e ci obblighiamo

a cercare in ogni cosa e con pieno  cuore,

nella vita e nell’apostolato,

solo e sempre, la tua gloria e la pace degli uomini.

E contiamo che da parte tua voglia darci spirito, grazia, scienza, mezzi di bene.

Moltiplica, secondo la immensa tua bontà

e le esigenze della nostra vocazione speciale,

i frutti del nostro lavoro spirituale, del nostro studio, del nostro apostolato,

della nostra povertà.

Non dubitiamo di te, ma temiamo la incostanza  e debolezza.

Perciò o Pastore buono,

per intercessione della nostra madre Maria,

trattaci con la misericordia usata con gli apostoli Pietro e Paolo:

sicché, fedeli nell’imitare questi nostri Padri in terra,

possiamo essere loro compagne nella gloria in Cielo.

Amen

 
 

Martedì 15 giugno

L’amore di Cristo ci spinge ad avere cura dell’ umanità di ogni tempo
 

Invocazione allo Spirito Santo

 

In ascolto

 

Dal Vangelo secondo Marco

Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato.

Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato».

(16, 14-16)

 

Dalla predicazione del beato Giacomo Alberione

Ora l'anima sempre tesa. Non c'è posto a star fermi. No! C'è la strada su cui camminare. In tutto anche la vita quotidiana, il sapersi compatir l'uno con l'altro, aiutare, esser sempre in gara, essere i primi a far bene, ecc. E poi lo studio […]. E dobbiamo sempre accompagnare i tempi, e non possiamo noi star fermi mai. Fermi mai. Così nello spirito, e così negli apostolati e nella vita sociale oggi, sì. Altrimenti la gente va avanti, che è sempre più istruita, e ci sono sempre progressi in varie cose. Ma se noi non ci muoviamo, non li accompagniamo questi uomini, questa gente. Saremmo indietro. E a chi predicheremo, a chi insegneremo, a chi daremo aiuto? La gente è avanti, e noi stiamo fermi, e allora noi non siamo più utili alla vita, alla chiesa, all'umanità. Siamo utili in quanto progrediamo. Così. Oh. In quanto progrediamo, sì. Quindi il continuo cammino.

(AAP 1965, 252-253)

 

Dalla parola dei Padri della Chiesa

«Fonderai quattro anelli d’oro da mettere ai quattro angoli dell’arca; farai delle stanghe di legno di acacia rivestite d’oro e le introdurrai negli anelli che sono ai lati dell’arca per trasportarla. Queste stanghe dovranno star sempre negli anelli senza essere estratte mai» (Es 25,12-15). […] Occorre che chi esercita il ministero della predicazione non abbandoni mai lo studio della divina Parola. Le stanghe devono sempre stare negli anelli per evitare ogni indugio nell’inserirle quando si presenta la necessità di trasportare l’arca, e questo significa che sarebbe ignominioso per il pastore d’anime, quando viene interrogato dai sudditi intorno a questioni spirituali, essere costretto a procurarsi la scienza necessaria solo allora, nell’urgenza di trovare una risposta. Le stanghe stiano invece negli anelli, come i maestri, meditando continuamente nei loro cuori la divina parola, siano in grado di trasportare senza indugio l’arca del Testamento, cioè  si sentano capaci  di far luce nelle menti dei sudditi, quando le circostanze lo esigono.

(Gregorio Magno, Regola pastorale 2,11)

 

 

Preghiamo insieme: A Gesù Buon Pastore

O Gesù buon Pastore, Via, Verità e Vita,

volgi lo sguardo misericordioso sulle tue pecorelle.

Illuminaci con la sapienza del tuo Vangelo,

fortificaci con i tuoi esempi, nutrici con l’Eucaristia,

riempici di zelo per la gloria di Dio e la salvezza degli uomini.

Noi intendiamo riparare le offese

che ti si fanno nei pastori della Chiesa

con la docilità e cooperazione ai loro insegnamenti e al loro zelo,

con la preghiera e le opere secondo la nostra vocazione.

Manda Gesù Pastore,

il tuo Spirito che accresca in noi la fede, la speranza e la carità.

Ci infonda il vero spirito religioso,

ci conceda la semplicità, la prudenza, la fortezza,

la temperanza degli apostoli Pietro e Paolo.

O Maria, madre del buon Pastore,

tienici la santa mano sul capo

perché ti possiamo imitare nella vita spirituale e apostolica

e giungere all’eterna gloria in cielo. Amen.

 
 

Lunedì 14 giugno

Pastori che amarono Cristo e il suo popolo fino a dare la vita

 

Invocazione allo Spirito Santo

 

In ascolto

 

Dagli Atti degli Apostoli

Vegliate su voi stessi e su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio, che egli si è acquistata con il suo sangue.

(20, 28)

 

Dalla predicazione del Beato Giacomo Alberione

In questo giorno, che è consacrato alla memoria dei ss. Apostoli Pietro e Paolo, consideriamo il nostro apostolato e le condizioni necessarie per essere veramente apostole nelle opere parrocchiali.  […] Pietro e Paolo soffrirono moltissimo per la loro fede e ambedue sparsero il loro sangue per Gesù. […] Questi due santi sono inseparabili, sono i due più grandi Apostoli, i Pastori che amarono le anime fino alI'eroismo perché per esse diedero la vita, sparsero il loro sangue. Ecco tracciata la vita della Pastorella! Un amore al sacrificio che si concreti nella vita. Non il martirio di sangue, ma quel martirio quotidiano nel dovere fatto bene, nei sacrifici di ogni giorno, nella dedizione alle opere con retta intenzione per amore di Gesù Buon Pastore.

Quanto bene opererete nelle anime, nelle parrocchie? Quanto sarà abbondante il vostro apostolato? Farete tanto più bene quanto più profondo e largo sarà il lavoro sulla vostra anima, quanto più vi sarà in voi di vita interiore. […] La vocazione più grande è quella di formare le anime. La vostra vocazione è bellissima, ma richiede una preparazione adeguata. Le opere sono tanto più belle, quanto più sono dirette a lavorare sulle anime. Il lavoro sulle anime è il lavoro di Dio. È il lavoro di Gesù Buon Pastore, che è venuto su questa terra per le anime.

(PrP I 1955, pp. 20-23)

 

Dalla parola dei Padri della Chiesa

‹‹Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli›› e nessun genere di crudeltà può distruggere una religione, che si fonda sul mistero della croce di Cristo. La Chiesa infatti non diminuisce con le persecuzioni, anzi si sviluppa, e il campo del Signore si arricchisce di una messe sempre più abbondante, quando i chicchi di grano, caduti a uno a uno, tornano a rinascere moltiplicati. Dalla divina semente sono nati i due nostri straordinari germogli, Pietro e Paolo. Da essi si è sviluppata una discendenza innumerevole, come dimostrano le migliaia di santi martiri, che emuli dei trionfi degli apostoli, hanno suscitato intorno alla nostra città una moltitudine di popoli, rivestiti di porpora e rifulgenti da ogni parte di splendida luce, e hanno coronato la Chiesa di Roma di un’unica corona ornata di molte e magnifiche gemme . Noi di tutti i santi celebriamo con gioia la festa. Sono infatti un dono di Dio, un aiuto alla nostra debolezza, un esempio di virtù e un sostegno alla nostra fede. […]

Essi sono quasi i due occhi di quel capo, che è Cristo. Nei loro meriti e nelle loro virtù, che superano ogni capacità di espressione, non dobbiamo vedere nessuna diversità, nessuna distinzione, perché l’elezione li ha resi pari, il lavoro apostolico li ha fatti simili e la morte li ha uniti nella stessa sorte.

(Leone Magno, Discorso 82, 6-7)

 

 

Preghiamo insieme: Coroncina ai Santi Pietro e Paolo

1. Ti benedico o Gesù buon Pastore perché ti sei formato in Pietro e Paolo i due massimi pastori della Chiesa ed hai salvato per il loro ministero innumerevoli fratelli.

E voi o santi apostoli intercedete per me il dono della conversione e un grande amore alla mia vocazione.

O santi apostoli Pietro e Paolo, pregate per noi e per la Chiesa di Gesù Cristo.

 

2. Ti benedico o Gesù buon Pastore che hai dato a Pietro e Paolo un grande amore a Dio e agli uomini. E voi o santi apostoli ottenetemi da Gesù e da Maria un cuore verginale e la grazia di consacrare al Signore tutte le mie forze.

O santi apostoli Pietro e Paolo, pregate per noi e per la Chiesa di Gesù Cristo.

 

3. Ti benedico o Gesù buon Pastore perché hai eletto i santi Pietro e Paolo predicatori e modelli di povertà. E voi o nostri potenti protettori otteneteci da Gesù e da Maria l’amore alla povertà perché possiamo ereditare i beni del cielo.

O santi apostoli Pietro e Paolo, pregate per noi e per la Chiesa di Gesù Cristo.

 

4. Ti benedico o Gesù buon Pastore perché pasci e guidi il tuo popolo per mezzo di coloro che ti rappresentano. E voi o santi apostoli Pietro e Paolo ottenetemi lo spirito di obbedienza, sicura che per essa giungerò alla salvezza.

O santi apostoli Pietro e Paolo, pregate per noi e per la Chiesa di Gesù Cristo.

 

5. Ti benedico o Gesù buon Pastore che hai coronato la vita dei santi apostoli con glorioso martirio. E  voi o nostri custodi ottenetemi la grazia di esercitare l’apostolato della preghiera, del buon esempio, della sofferenza e dell’azione pastorale e di raggiungere il premio preparato ai buoni apostoli.

O santi apostoli Pietro e Paolo, pregate per noi e per la Chiesa di Gesù Cristo.

 
 

Domenica 13 giugno

La multiforme ricchezza della cura pastorale

 

Invocazione allo Spirito Santo

 

In ascolto

 

Dalla seconda lettera di San Paolo a Timoteo

Tu però rimani saldo in quello che hai imparato e di cui sei convinto, sapendo da chi l'hai appreso e che fin dall'infanzia conosci le sacre Scritture: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù.

(3, 14-15)

 

Dalla predicazione del Beato Giacomo Alberione

La vita della Pastorella deve immedesimarsi in Gesù buon Pastore fino a immolarsi, poi fino a salire al cielo, fino a salire al cielo. Là il Pastore divino attorniato dalle sue pecorelle, la suora pastorella la quale ha compiuto una missione simile a quella di Gesù buon Pastore. […]

Oh, la bellezza del vostro stato, della vostra missione! Altri si occupano di far le scuole; bene! Altre suore hanno cura dei corpi negli ospedali; vi sono suore occupate in tante cose; voi avete cura delle anime e [siete] mandate per le anime e per il lavoro parrocchiale, tanto che non potete prendere stabilmente collegi o scuole eccetto nel caso in cui siano opere parrocchiali. Per le anime: quando l'opera è diretta alle anime e quando il fare un'opera vuol dire cooperare ai ministri di Dio, ai pastori di anime. Tutta spirituale la vostra missione! E siccome è tutta spirituale qualche volta è anche meno apprezzata in certe regioni o in certi paesi, ma l'apprezza bene Iddio.

(AAP 1957, 163.169.170)

 

Dalla parola dei Padri della Chiesa

II pastore d'anime sia vicino a tutti condividendo il dolore e sia dedito più di ogni altro alla contemplazione, così da assumere in sé, con sentimenti di misericordia, le sofferenze di tutti, e da elevarsi con la sublimità della contemplazione e il desiderio delle realtà invisibili; mirando a ciò che è sublime, non trascuri le necessità del prossimo, e, accostandosi ad esse, non desista dal tendere alle realtà celesti. [...] La carità, infatti, raggiunge davvero le altezze quando si accosta con benevolenza ai travagli del prossimo, e quanto più discende con amore verso le cose umili tanto più raggiunge con forza quelle sublimi. I prelati, inoltre, si comportino in modo tale che i sudditi non arrossiscano nel confidare loro anche i propri segreti, affinché quando affrontano come bimbi i flutti delle tentazioni ricorrano al cuore del pastore come al seno materno, e purifichino col conforto della sua esortazione e con le lacrime della preghiera ciò da cui prevedono di poter essere contaminati a motivo del male che incalza nelle tentazioni.

(Gregorio Magno, Regola pastorale 2, 5)

 

 

Preghiamo insieme: Coroncina a Gesù Buon Pastore, 2ª parte

Ti ringraziamo o Gesù buon Pastore,

disceso dal cielo per cercare il genere umano

e riportarlo sulla via della salvezza.

In te si adempì la promessa:

Susciterò in mezzo alle pecorelle disperse

un pastore che le raccolga e le alimenti.

Il pastore cammina dinanzi  al gregge

e le pecorelle lo seguono perché ne riconoscono la voce.

Hai dato i tuoi comandamenti, i tuoi consigli, i tuoi esempi.

Chi li ascolta si nutre di un pane che non perisce:

il mio cibo è la volontà del Padre celeste.

Abbi pietà di quanti si nutrono di menzogna e vanità.

Richiama sulla tua via i peccatori.

Sostieni i vacillanti, fortifica i deboli.

Tutti ti seguano pastore e custode delle nostre anime.

Tu solo sei la Via, tu solo hai parole di vita eterna. Ti seguirò ovunque.

 

O Gesù buon Pastore Via Verità e Vita abbi pietà di noi.

 
 

Sabato 12 giugno

Prendiamoci cura del fratello

 

Invocazione allo Spirito Santo

 

In ascolto

 

Dal libro dei Atti degli Apostoli

Un angelo del Signore parlò intanto a Filippo: «Alzati, e và verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta». Egli si alzò e si mise in cammino, quand'ecco un Etiope, un eunuco, funzionario di Candàce, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori, venuto per il culto a Gerusalemme, se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio, leggendo il profeta Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: «Và avanti, e raggiungi quel carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui.

(8,26-31)

 

Dalla predicazione del beato Giacomo Alberione

[…] Ma prima di voler guidare gli altri, dobbiamo capire e conoscere noi stessi. Conoscere se stessi è l’apogeo della sapienza. Dobbiamo essere umani, acquistare buona educazione e buon tratto. Guidare gli altri è l'arte delle arti «ars artium regimen animarum». Quando andate nell'orto voi prendete i conigli per le orecchie, le galline per le ali. Nella pastorale è necessario prendere ciascuno come si può. Vi sono immense difficoltà nel guidare le anime e c'è solo il Maestro divino che può insegnarci. San Pietro è il tipo sanguigno; san Paolo è il tipo nervoso. Si decideva adagio, ma resisteva sino alla fine. E' necessario avere molta pazienza con le anime. Senza pazienza non si fa niente. Vi benedica Gesù buon Pastore e la sua Madre SS.ma. Ci vuole un istituto apposta per il governo delle anime.

(PrP IV 1949, pp. 22-23)

 

Dalla parola dei Padri della Chiesa

Non si può presumere di insegnare un'arte senza averla prima appresa con intensità di impegno. Con quanta temerarietà, dunque, assume il magistero pastorale chi è impreparato, visto che la direzione delle anime è la suprema fra le arti! «Ars artium regimen animarum». Chi non sa che le ferite dello spirito sono ben più segrete di quelle dei visceri? Tuttavia spesso chi è all'oscuro delle leggi dello spirito non teme di spacciarsi per medico delle anime, mentre chi non conosce le virtù delle medicine arrossirebbe ad essere considerato medico dei corpi.

(Gregorio Magno, Regola pastorale 1,1)

 

 

Preghiamo insieme: Consacrazione di se stesso a Maria

Ricevemi, o madre, maestra e regina Maria,

fra quelli che ami, nutri, santifichi e guidi

nella scuola di Gesù Cristo, divino Maestro.

Tu leggi nella mente di Dio i figli che egli chiama

e per essi hai preghiera, grazia, luce e conforti speciali.

Il mio Maestro, Gesù Cristo,

si è consegnato totalmente a te dall’incarnazione all’ascensione;

questo è per me dottrina, esempio e dono ineffabile:

anch’io mi rimetto pienamente nelle tue mani.

Ottienimi la grazia di conoscere, imitare, amare sempre più

il divin Maestro, Via e Verità e Vita.

Presentami tu a Gesù: sono indegno peccatore,

non ho altri attestati per venire accolto nella sua scuola che la tua raccomandazione.

Illumina la mia mente, fortifica la mia volontà, santifica il mio cuore

in quest’anno di mio lavoro spirituale,

perché possa profittare di tanta misericordia,

e possa concludere al fine:

«Vivo io, ma non più io, bensì vive in me Cristo».

 
 

Venerdì 11 giugno

Il dono del ministero sacerdotale

 

Invocazione allo Spirito Santo

 

In ascolto

 

Dalla Prima Lettera di Pietro

Esorto gli anziani che sono tra voi, quale anziano come loro, testimone delle sofferenze di Cristo e partecipe della gloria che deve manifestarsi: pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza ma volentieri secondo Dio; non per vile interesse, ma di buon animo; non spadroneggiando sulle persone a voi affidate, ma facendovi modelli del gregge. E quando apparirà il pastore supremo, riceverete la corona della gloria che non appassisce.

(5,1-4)

 

Dalla predicazione del beato Giacomo Alberione

[…] Il fine delle cure pastorali è il bene delle anime. Associati nel medesimo intento, collaborando, soffrendo e godendo con Gesù e Maria nella redenzione del mondo: parroco e pastorelle. Quanta unità e separazione, quanta distinzione e unione! Grazia speciale della vostra vocazione; camminare bene! […] Noi siamo per dare Dio, altrimenti che ci serve vivere? Al ministro di Dio ed alla pastorella interessano le anime, tutto il resto è accessorio e di mezzo. Ai sacramenti, perché ciò è fondamentale. Vanno tutti in giro portando il diavolo: portino Dio!.

(PrP III, p. 219)

 

Dai pensieri di S. Giovanni Maria Vianney (Santo Curato d’Ars)

Il sacerdozio è qualcosa di veramente grande! Il sacerdote non verrà capito bene se non in cielo … Se si riuscisse a capirlo sulla terra, ne moriremmo, non di paura bensì d’amore. Il sacerdote, infatti, non è sacerdote per se stesso. Egli non si dà l’assoluzione da solo, né può amministrare i sacramenti per se stesso. Egli non vive per sé, ma per voi. Il sacerdozio è l’amore del cuore di Gesù. Quando vedete un sacerdote, pensate a Nostro Signore ….

Il mezzo più sicuro per accendere il fuoco dell’amore di nostro Signore nel cuore dei fedeli è quello di spiegare loro l’Evangelo, il libro d’amore dove il nostro Salvatore si mostra in ogni riga con la sua amabilità, la sua dolcezza, la sua pazienza, la sua umiltà, sempre come consolatore ed amico degli uomini, parlando all’essere umano unicamente d’amore e impegnandolo a donarsi interamente a lui, rispondendogli unicamente attraverso l’amore.

 

 

Preghiamo insieme: Offertorio Pastorale

Signore io ti offro in unione con i sacerdoti

che oggi celebrano la santa Messa:

Gesù-Ostia e me stessa, piccola vittima:

Per invocare la tua misericordia

sopra tutte le pecorelle allontanatesi dal vero ovile

o ancora disperse come gregge senza pastore.

Per la conversione dei falsi pastori

che allontanano gli uomini dal Pastore Gesù

il quale dà la vita per le pecorelle.

Per onorare, amare, seguire unicamente Gesù Via, Verità e Vita.

Perché possiamo cooperare con i pastori e i loro cooperatori,

specialmente i genitori ed i maestri,

siano santi, pieni di sapienza e di zelo

per la gloria di Dio e la salvezza degli uomini.

Perché si moltiplichino le vocazioni

ed abbiano l’efficacia della parola;

esercitino l’apostolato della preghiera e dell’esempio,

si faccia presto un solo ovile sotto un solo pastore.

Perché tutte noi conosciamo la nostra ignoranza e miseria

e il bisogno di starcene sempre, umilmente,

dinanzi al Tabernacolo invocando luce, pietà e misericordia.

 
 

Giovedì 10 giugno

 

Dalla prima lettera di Paolo Apostolo ai Corinzi

Ma che cosa è mai Apollo? Cosa è Paolo? Ministri attraverso i quali siete venuti alla fede e ciascuno secondo che il Signore gli ha concesso. Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. Ora né chi pianta, né chi irriga è qualche cosa, ma Dio che fa crescere. Non c'è differenza tra chi pianta e chi irriga, ma ciascuno riceverà la sua mercede secondo il proprio lavoro. Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio.

Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un sapiente architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo.

(3, 5-11)

 

Dalla predicazione del beato Giacomo Alberione

Deve esser comune il modo di fare l'apostolato. E' vero che una può essere in una parrocchia e l'altra in un'altra, però lo spirito è uguale, e poi si fa secondo - quel lavoro parrocchiale - si fa secondo lo fan le altre. E' ancora vita comune allora, sebbene una sia al nord, l'altra sia al sud, una sia nel Trentino, e l'altra sia in Sicilia o che una sia in Italia e l'altra sia in Brasile. Pensare ugualmente. Vedere se veramente si è così uniti alla congregazione da averne tutto il pensiero, tutto l'indirizzo, tutto il modo di fare, tutto l'apostolato in spirito comune e nelle opere che sono già dette, che sono insegnate e che fanno le altre, le altre sorelle, le sorelle che si trovano nelle altre parrocchie. […] Amare dunque! Crescere in sapienza e crescere in grazia, amando la vita comune.

(AAP 1960, 18-20)

 

Dalla parola dei Padri della Chiesa

Il Signore, volendo definire l’ufficio particolare dei servi da lui preposti al suo popolo, disse: ‹‹Qual è dunque l’amministratore  fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?››. Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. […] Siamo dunque servi del padre di famiglia, siamo amministratori del Signore, abbiamo ricevuto la razione di cibo che dobbiamo darvi. Se poi ci domandiamo quale sia questa razione di cibo, ce la fa vedere ancora il beato apostolo Paolo quando dice: ‹‹Ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato››. Quella che Cristo chiama razione di cibo, Paolo chiama misura di fede, perché comprendiamo che il cibo spirituale non è altro che il venerabile sacramento della fede cristiana. Noi vi diamo nel nome del Signore questa razione di cibo ogni volta che, illuminati dal dono della grazia spirituale, vi parliamo secondo i dettami della vera fede; e voi ricevete la medesima porzione di cibo dalle mani degli amministratori del Signore, quando ogni giorno ascoltate la parola della verità dai ministri di Dio.

(Fulgenzio di Ruspe, Discorso 1, 2-3)

 

Preghiamo insieme (Coroncina a Gesù Buon Pastore, 5ª parte):

Donaci il tuo cuore,

o Gesù buon Pastore che hai portato dal cielo

il fuoco della tua carità.

Arda in noi il desiderio della gloria di Dio

e un grande amore verso i fratelli.

Rendici partecipi del tuo apostolato.

Vivi in noi affinché ti possiamo irradiare

nella parola, nella sofferenza, nell’azione pastorale,

nell’esempio di vita buona.

Ci offriamo a te come pecorelle docili e fedeli

per diventare degne di cooperare

alla missione pastorale della Chiesa.

Disponi tutte le menti ed i cuori

ad accogliere la tua grazia.

Vieni, o Pastore divino, guidaci,

e sia presto uno il gregge ed uno il Pastore.

 

O Gesù buon Pastore Via Verità e Vita abbi pietà di noi.